VOGLIAMO SUBITO IL RICONOSCIMENTO DELL’ INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE AGRICOLA PREGRESSA PER TUTTI I BRACCIANTI AGRICOLI VERI.
ANTEFATTO.
Dal 2002, nei territori di Adrano, Biancavilla e Paternò nascono e si diffondono come funghi, una serie di cooperative con e senza terra caratterizzate, completamente o in parte, dalla pratica delle assunzioni di manodopera agricola fittizia.
Il fenomeno partito, pionieristicamente da questi comuni, come tutte le epidemie, ha poi colpito centinaia e centinaia di braccianti agricoli, veri o presunti tali, residenti in tutta la provincia.
Fermo restando che, una buona percentuale di queste imprese nasce per beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali e contributive e si muovono nell’ambito della legalità, è accertato che l’altra parte, si caratterizza , interamente o in parte, per assunzioni di braccianti agricoli falsi e per dichiarazioni di fallimento facili.
Esistono 2 tipologie di imprese che operano nell’illegalità:
- quelle nate esclusivamente “per vendere” le giornate lavorative ai falsi braccianti ed evadere completamente le tasse;
- quelle che per essere competitive sul mercato della manodopera agricola pagano solo parte delle tasse e vendono solo parte di giornate a falsi braccianti.
NODO CENTRALE.
Al momento delle erogazioni delle prestazioni previdenziali, l’INPS ha davanti a sé una scena di questo tipo:
- Cooperative in regola;
- Cooperative completamente false (nella provincia di Catania, sono 19 quelle che hanno chiesto il patteggiamento della pena);
- Cooperative indagate in quanto assumono parte di lavoratori falsi e parte di braccianti storici.
- Cooperative indagate in quanto sforano le giornate autorizzate. Il numero di giornate assegnate alla cooperativa è stabilito dal rapporto tra l’estensione territoriale e la tipologia di coltivazione ( esempio: in base a questo rapporto vengono assegnate alla cooperativa y un numero di 5.000 giornate, ma la cooperativa ne assume invece per 5.200 giornate).
NOI STIAMO DALLA PARTE DEI BRACCIANTI VERI.
Premesso ciò, al Movimento dei Braccianti, delle sorti delle imprese interessa ben poco (fino a quando rappresentano cioè, uno strumento finalizzato alla creazione di posti di lavoro puliti), quello che preme fortemente è il destino di tutti i braccianti agricoli storici , che si trovano coinvolti, dal 2002 ad oggi, in una situazione più grande di loro, senza alcuna giustificazione.
I Braccianti coinvolti, veri e fasulli, sarebbero dal 2002 ad oggi, tra i 5000 e gli 8000.
Solo nel I quadrimestre del 2007, l’INPS ha annullato (cancellato dagli elenchi) 1100 rapporti di lavoro nella provincia di Catania.
SOLIDALI CON LA MAGISTRATURA
Sosteniamo e siamo solidali con le indagini della magistratura. Il mercato delle assunzioni contraffatte rappresenta per noi un ingiuria nei confronti del bracciante storico; di quella figura di lavoratore che, con le proprie braccia, ha contribuito negli anni del boom dell’agricoltura, pur lavorando solo stagionalmente, a determinare lo sviluppo sociale e il progresso economico del nostro territorio. Per questi motivi il legislatore, riconoscendone il ruolo fondamentale e prendendo atto che questi, non poteva e non può, per ovvie ragioni, lavorate tutto l’anno, ha ritenuto doveroso, assegnargli una indennità di disoccupazione, per il periodo di non lavoro garantendogli così, la possibilità di far fronte alle esigenze vitali.
NON SI PUO’ FARE DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO
L’ INPS e la Magistratura devono, tuttavia, prendere atto che queste indagini sulle cooperative fantasma/falsi braccianti, benchè giuste e necessarie, hanno bloccato e continuano a farlo le liquidazioni previdenziali, da diversi anni, anche ai braccianti storici che hanno effettivamente lavorato e che, senza “a disoccupazioni” si trovano, loro malgrado in gravissime difficoltà economiche.
Va tenuto conto che a venir meno non è soltanto l’indennità di disoccupazione, ma con essa anche altri benefit, quali: gli assegni familiari, l’indennità di malattia, l’indennità di maternità e paternità, e l’impossibilità di poter denunciare gli infortuni sul lavoro,ecc.
A QUANTO AMMONTA L’INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE.
Il bracciante ha diritto all’indennità di disoccupazione agricola dopo il secondo anno di iscrizione negli elenchi anagrafici dei Comuni e in ogni caso, qualora, nel biennio abbia raggiunto minimo 102 giornate di lavoro. Con 51 giornate lavorate nell’anno precedente il bracciante ha diritto a percepire una indennità pari al 30% della retribuzione media annua (circa 660.00 euro); con 101 giornate lavorate percepisce il 40% della retribuzione media annua (circa 1570.00 euro) e con 151 giornate lavorate il 66% della retribuzione media annua (circa 2580.00 euro). Il trattamento speciale spetta fino ad un massimo di 90 giorni annui.
ECCO PERCHE’ NASCE IL MOVIMENTO DEI BRACCIANTI.
Ad Adrano e Biancavilla, a metà del giugno scorso, i braccianti, sentendosi traditi dai sindacati tradizionali (CGIL-CISL-UIL), che hanno mostrato poco interesse per la risoluzione di questo problema, con adesioni di massa, si sono costituiti in movimento. Basandosi sull’esperienza delle lotte messe in piedi dal movimento dei forestali nel calatino a partire dal 2005, si sono posti come obiettivo quello di rivendicare, anche attraverso azioni di protesta eclatanti, il loro diritto alle prestazioni previdenziali pregresse.
Il Movimento, inoltre, con il mero obiettivo di stimolare l’ indifferenza delle organizzazioni sindacali di appartenenza, ha chiesto agli aderenti di rimanere comunque iscritti presso questi sindacati, in modo da stimolarli nella direzione delle posizioni di lotta che verranno assunte dal movimento stesso.
COSA E’ SUCCESSO DOPO LA NASCITA DEL MOVIMENTO
I sindacati confederali, appresa la notizia della nascita del movimento dei braccianti, si sono dati da fare per non perdere terreno e grazie all’ autorevolezza che gli appartiene, hanno organizzato un incontro con il direttore dell’INPS di Catania, dott. Coci, martedì 26 giugno scorso (dopo aver tenuto una pubblica assemblea lunedì 25 ad Adrano e dove la segretaria della FLAI-CGIL, Raia , è stata contesta dai braccianti aderenti al movimento). Nel corso di questo incontro, a cui hanno preso parte il portavoce del Movimento di Adrano, N. Lombardo e quello di Biancavilla, A. La Delfa, si è parlato solo dell’indennità di disoccupazione relativa all’anno in corso e dell’impegno che assumeva l’INPS a garantirne l’ erogazioni entro il mese di Luglio.
La sera di mercoledì 27 giugno, si sarebbe dovuto tenere un’ assemblea pubblica nella piazza del Castello ad Adrano per relazionare sull’incontro tenutosi all’INPS, ma poco prima dell’inizio dell’assemblea, un centinaio di braccianti del movimento, hanno spinto l’assemblea alla inevitabilità di un occupazione pacifica del palazzo comunale allo scopo di coinvolgere il Sindaco rispetto al tema delle prestazioni pregresse.
E così, 300 braccianti circa hanno occupato il consiglio comunale di Adrano, nonostante le resistenze di CIGL e CISL.
Al consiglio occupato è intervenuto il Sindaco che si è mostrato solidale con le richieste dei Braccianti, e i segretari locali della CGIL e della CISL che nel frattempo hanno deciso di aderire all’assemblea.
Ad indicare la strada da seguire sono i rappresentanti del movimento, i quali dopo aver analizzato i problemi del comparto bracciantile, hanno sottolineato la necessità di un incontro in Prefettura, con il Prefetto e il direttore dell’INPS, con lo scopo di porre al centro delle loro attenzioni il problema delle indennità pregresse.
L’ assemblea, ad unanimità, accetta questa proposta ed ottiene dal Sindaco i mezzi materiali per l’incontro in Prefettura, fissato dallo stesso per venerdì 29-06-2007 alle ore 12.00.
L’incontro in Prefettura di Catania, a cui partecipano il Vice Prefetto, il direttore dell’INPS, il Sindaco di Adrano, sindacati (cgil-cisl-uil) e il Movimento dei braccianti, serve a chiarire 2 questioni importanti per il comparto bracciantile:
che le indennità di disoccupazioni, quest’anno, nonostante i ritardi dovuti ai nuovi programmi tecnologici, verranno erogate a tutti i braccianti iscritti negli elenchi anagrafici, entro il mese luglio;
che il problema delle indennità di disoccupazione pregresse, da riconoscere ai veri braccianti (2003-2004-2005-2006), non era mai stato affrontato.
Se per quanto riguarda le disoccupazioni di quest’anno, tema che non era all’ordine del giorno, l’impegno assunto dal direttore dell’INPS di Catania Dott. Coci, lascia tutto sommato soddisfatti (anche se con l’Inps non c’è mai da fidarsi), lo stesso no si può dire in merito all’ indennità di disoccupazione pregresse; la situazione si presenta più grave di quanto immaginato.
Il dott Coci ha elencato le ragioni dell’ INPS, sostenendo che i lavoratori che oggi pretendono le indennità pregresse, sono stati informati dei fatti ostativi che ne ostacolano il pagamento già da tempo e quindi, potevano e possono, sollevare la questione in giudizio e far valere il diritto che, a loro dire, gli viene negato.
Lo stesso direttore ha poi concluso, contraddicendosi, che l’ INPS, nel momento in cui riceve comunicazione di un indagine in corso (dall’ispettorato del lavoro o dalla magistratura), circa l’eticità di una ditta, deve bloccare l’erogazione delle prestazioni di disoccupazione, ma, per disconoscerne le giornate, deve attendere all’incirca 3 anni, il tempo cioè della sentenza definitiva, in tal modo una ditta fantasma può continuare indisturbata a servirsi di manodopera fittizia o/e ignari braccianti veri possono lavorare realmente senza poi beneficiare delle prestazioni previdenziali.
Il paradosso salta subito agli occhi:
1) al lavoratore si farà percepire l’indennità alla fine delle indagini, a patto che sia in grado di provare il rapporto di lavoro;
2) alla ditta o alla cooperativa, anche se fittizie, si continua a dare l’autorizzazione ad operare, sino alla sentenza di condanna definitiva;
3) al bracciante vero che lavora regolarmente presso una ditta di cui ignora il suo essere fittizia, si da il consenso a continuare a lavorare, ma non a percepire la disoccupazione.
NON SI PU0’ SPARARE NEL MUCCHIO. NON ACCETTIAMO OPERAZIONI DI GIUSTIZIA SOMMARIA.
Confermiamo la necessità che la Magistratura continui a svolgere indagini finalizzate a distruggere alla radice il cancro delle ditte fantasma, tuttavia, non possiamo assolutamente attenderne la tempistica, necessaria agli organismi inquirenti.
Non sarebbe forse più utile e, soprattutto, più veloce effettuare le indagini nello stesso periodo in cui le imprese dichiarano la presenza di manodopera in un determinato terreno?
Crediamo che, un conto è rifiutare ai falsi braccianti diritti non dovuti, un altro, e ben più grave, è rifiutare ai veri lavoratori le prestazioni previdenziali, costituzionalmente riconosciute.
Il legislatore ha previsto l’indennità di disoccupazione in agricoltura, intendendola come un ammortizzatore sociale: un indennità che viene assegnata a coloro che parte dell’anno rimangono privi di lavoro e quindi, senza retribuzione, affinché con essa sostituiscano la retribuzione e provvedano al sostentamento delle esigenze vitali.
Se riflettiamo su questo concetto capiamo quanto sia determinante la mancanza di questo sussidio per un equilibrio socio-economico già poco stabile.
VOGLIAMO SUBITO LE INDENNITA’ PREGRESSE
Ribadiamo solidarietà alla Magistratura e a tutti gli organismi che a vario titolo si stanno occupando delle indagini sulle cooperative fantasma/falsi braccianti, siamo tuttavia convinti che, anche se in perfetta buona fede, l’INPS stia commettendo un abuso di potere nel continuare a non erogare le indennità di disoccupazione ai braccianti veri.
L’erogazione puntuale dell’indennità di disoccupazione ai braccianti è un diritto indifferibile che, come tale, per nessuna ragione, sospetto compreso, può essere onorato in un periodo diverso rispetto a quello stabilito dalla legge.
Il soddisfacimento delle esigenze vitali nel periodo della mancanza di lavoro, non rappresenta un capriccio previsto dalla legge a favore del bracciante agricolo, ma un diritto inalienabile che va osservato dentro la fase di necessità e di bisogno. Erogare detta indennità in un periodo diverso da quello previsto dal legislatore, significa contravvenire alle ragioni stesse dell’istituzione dell’indennità medesima.
In conclusione, la mancata erogazione dell’indennità di disoccupazione per il bracciante rappresenta un fatto grave ed economicamente irrisarcibile.
Se a causa della mancanza delle risorse provenienti dall’indennità di disoccupazione, non potrà mandare, quest’estate, il proprio figlio alle lezioni di recupero, il danno non sarà solo sul piano economico e quindi, sostenibile in un'altra occasione quando avrà a disposizione le somme equivalente a 2 o a 3 anni d’indennità di disoccupazioni, ma lederà la sfera dei diritti primari di ogni cittadino.
Se per il bracciante il danno ha due facce, economico e sociale in genere, per l’INPS, invece è di tipo esclusivamente economico. L’INPS non pagando le prestazioni previdenziali infatti difende, a priori (senza prove che dimostrino la certezza del reato), un suo interesse legittimo che, in ogni caso, potrebbe, qualora pagasse indebitamente, riottenerle attraverso la loro restituzione coatta, con relative sanzioni ed interessi.
Un interesse di tipo economico non può mettere all’angolo un interesse di tipo sociale!
I braccianti hanno il diritto di pretendere subito le indennità pregresse.
PROPOSTE DEL MOVIMENTO
pagamento immediato delle prestazioni previdenziali bloccate a tutti i braccianti.
provvedimento di urgenza contro l’INPS. I tempi necessari sono circa 3 mesi. I documenti utili sono buste paga, cud, denunce trimestrali, foglio di assunzione e di licenziamento.
04-07-2007 MOVIMENTO BRACCIANTI
- Maurizio Grosso -3358431907
- Nino Lombardo - 3294473297
- Alfredo La Delfa - 3280980827